PROGETTO 2007-2008: IL CICLO DI VITA
DEI MATERIALI E LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

INTRODUZIONE

Negli ultimi anni l’educazione ambientale ha assunto delle valenze più ricche, significative ed articolate, ma notevolmente più difficili ed impegnative da realizzare di una pura e semplice didattica naturalistica.

L’obiettivo è quindi quello di superare la didattica ambientale sull’ambiente per approdare ad una didattica svolta per l’ambiente, basata sui comportamenti, sui valori e sui cambiamenti.

Seguendo il noto principio “agire localmente, pensare globalmente” l’ambizioso intento di chi si occupa di educazione ambientale deve essere quello di promuovere nei giovani una mentalità di sviluppo consapevole del territorio a partire dai contesti di vita e di relazione in cui vivono, dall’aula scolastica all’ambiente scolastico fino alla città ed al mondo intero.

“Il mondo è tutto attaccato”, così si è espressa una bambina di cinque anni dopo aver vissuto un’esperienza di educazione ambientale, cogliendo e sintetizzando al meglio i legami tra uomo, ambiente, risorse e inquinamenti.

Se è vero che “ciascuno vede ciò che sa” (Edgar Morin), l’affermazione della bambina dimostra che l’educazione ambientale serve o, perlomeno, aiuta a vedere.

L’educazione ambientale quindi come presa di coscienza del sé e degli altri, della unicità e della complessità, della conoscenza prima e della consapevolezza e responsabilità poi.

Certi che le aule delle nostre scuole sono ancora un punto privilegiato di coinvolgimento, socializzazione e partecipazione per i cittadini di domani, quella che intendiamo proporre, in linea con gli orientamenti dei più accreditati operatori italiani, è quindi una educazione ambientale basata su condivisione e collaborazione volta a definire e promuovere una società consapevole e sostenibile.
 

IL METODO DI LAVORO

Se sento dimentico, se vedo ricordo, se faccio imparo. L’esperienza pluriennale di lavoro ci suggerisce di operare utilizzando la seguente metodologia:

  • utilizzare una didattica attiva evitando il più possibile lezioni frontali;
  • fornire una chiave di lettura critica delle informazioni;
  • fornire occasione di esperienza diretta dell’oggetto di studio e dell’ambiente da analizzare;
  • integrare esperienza ed informazione;
  • indagare gli schemi cognitivi;
  • ricercare le differenze;
  • affrontare i temi sulla base di domande legittime (ovvero quelle intorno alle quali l’educatore può formulare delle ipotesi, senza avere però delle risposte prestabilite);
  • considerare l’interdisciplinarietà dei temi trattati.

Siamo inoltre convinti che il progetto educativo deve mirare a sviluppare negli studenti qualità dinamiche (come il senso di iniziativa, la disponibilità ad assumersi incarichi, la capacità di scegliere, di organizzarsi autonomamente, ecc.) e sviluppare qualità di tipo relazionale (rispetto per la diversità, disponibilità al confronto, capacità di ascolto).

In tutti i tipi di percorso, indipendentemente dall’ordine di scuola coinvolto, si garantirà una interdisciplinarietà dei programmi grazie all’ampiezza dei contenuti, per rispondere meglio alle esigenze della didattica scolastica e per assicurare una continuità di studio.

Stimoleremo occasioni di riflessione sui temi affrontati, la rielaborazione dei dati ottenuti dalle varie attività di laboratorio e di ricerca, le conversazioni e le discussioni di gruppo, impegnando gli studenti ad approfondire anche fuori dalla scuola, lo studio delle tematiche affrontate insieme.
 

IL TEMA PROPOSTO

Gli oggetti di uso comune sono composti da vari materiali che hanno un ciclo di vita complesso e che incide (a volte pesantemente) nel bilancio ambientale. Capire come nasce, viene trattato e lavorato un determinato materiale (la plastica, il vetro, l’alluminio, la carta, ecc.) permette l’approccio al tema più ampio e complesso della sostenibilità ambientale, ovvero la nostra responsabilità nei confronti dell’ambiente e della sua preservazione futura.

Lo sviluppo sostenibile associa inevitabilmente la buona gestione economica, il progresso sociale e la protezione dell’ambiente. Ciò significa che bisogna smettere di comportarsi come se fossimo soli sulla terra e come se nessuno dovesse venire dopo di noi.

Come definizione classica di sviluppo sostenibile viene citata quella del rapporto della Commissione Indipendente su Ambiente e Sviluppo (Our common future, 1987), noto come Rapporto Brundland, dove si dichiara che lo sviluppo sostenibile è il soddisfacimento delle esigenze delle generazioni attuali senza compromettere quelle delle generazioni future, da cui consegue la condizione indispensabile di non compromettere i sistemi naturali che supportano la vita sulla terra.

In definitiva bisogna prendersi cura della terra e i principi basilari per la creazione di una società sostenibile sono:

  • rispettare e aver cura di tutte le forme di vita;
  • migliorare la qualità della vita;
  • conservare la forza vitale e la diversità biologica della terra;
  • ridurre al minimo lo sfruttamento delle risorse non rinnovabili;
  • rimanere nei limiti delle capacità di carico della terra;
  • cambiare atteggiamenti e attitudini personali;
  • consentire alle comunità di avere cura del proprio ambiente.

Infatti, tramite un consumo consapevole e uno stile di vita sostenibile, l’uomo comune può anche determinare e controllare il modo in cui i beni di consumo vengono prodotti dalle aziende, diventando così padrone vero delle sue scelte e non più consumatore passivo ed indifferente a tutto ciò che sta dietro l’immagine di un prodotto.

In questo modo, anche lo sfruttamento delle risorse dovrebbe diminuire e diventare più sostenibile.

 

Lista file scaricabili
DESCRIZIONEDIMENSIONE
FILE
DATAEXTDOWNLOAD 
Scuola Progetto 2007-200858,22 Kb03/07/2009.pdfdownload file